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Negli anni di Mokum

Patrizia Filia • Boek • paperback

  • Samenvatting
    Primi anni Ottanta del secolo scorso. Poco tempo dopo il loro incontro a Torino, la danzatrice Patrizia Filia viaggia con il mimo e regista teatrale Will Spoor alla volta di Mokum, dove vivranno e lavoreranno insieme. Trentatre anni più tardi lei rimembra quel tempo trascorso. Scavando nella memoria il passato riappare come presente.

    La grande curiosità e vasta gamma di interessi dell’autrice fanno del ricordo Negli anni di Mokum un viaggio attraverso la Storia. ‘Mokum’ è l’appellativo in yiddish di Amsterdam.

    Patrizia Filia è regista teatrale, scrittrice e poetessa. È inoltre direttore artistico della fondazione De LuiaardVrouwe. Nel 1996 ha pubblicato in Olanda il monologo Medea, nel 2013 la raccolta di poesie De schaduw van het park (L’ombra del parco), nel 2015 il dialogo Sapfo, een dichteres van Lesbos (Sapfo, una poetessa di Lesbo) e la raccolta di poesie Kop leeg (Testa vuota), nel 2016 In de Mokumse jaren, l’originale in olandese del ricordo.
  • Productinformatie
    Binding : Paperback
    Distributievorm : Boek (print, druk)
    Formaat : 148mm x 210mm
    Aantal pagina's : 341
    Uitgeverij : de LuiaardVrouwe
    ISBN : 9789082623215
    Datum publicatie : 04-2017
  • Inhoudsopgave
    niet beschikbaar
  • Reviews (8,4 uit 4 reviews)
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    11-03-2018
    Come in una foto
    Leggere questo libro è come guardare una foto : l'autrice seduta in primo piano giovane, bella, elegante e fresca mostra i tratti che caratterizzano tutta la narrazione. Alle sue spalle si erge la figura di un uomo maturo che sembra quasi la sostenga e la guidi con la sua grande presenza artistica. Stiamo guardando la foto che del suo ricordo l'autrice ci regala, la foto di una vita e di un'esperienza artistica. I particolari riemergono vividi nel ricordo , alcuni restano in lontananza a fare da sfondo come il contesto storico e politico, altri sono ben visibili e scrutabili nelle descrizioni dei luoghi e degli avvenimenti culturali. Fin dalle prime pagine di questa biografia l'ironia e la freschezza colorano la narrazione. L'autrice ci descrive immagini di una citta dove si vive l'arte. Mokum, l'Amsterdam degli anni ottanta, è descritta e raccontata con allegria ed energia come solo un'artista, rapita e fusa con la sua arte, puo fare. Dalle decrizioni affiorano personaggi interessanti, sono attori, scrittori, fotografi, artisti che hanno fatto la storia culturale di un'epoca. La scrittrice ci porta con sè nel suo viaggio attraverso il ricordo, sembra quasi di vederla percorrere le strade di Amsterdam sulla sua bicicletta mostrandoci i suoi pensieri e le sue intime riflessioni. Ci riscopriamo a teatro con lei che si esibisce sul palcoscenico, o che prepara e dirige uno spettacolo teatrale. Conosciamo personaggi piu o meno noti che hanno influenzato la vita e le opere dell'autrice. Viviamo i suoi successi teatrali ma anche le fatiche e l'impegno profusi dall'artista e dalla donna. L'artista ci trasporta leggeri come in una danza da un luogo all'altro e scopriamo che non c'è solo l'Olanda nella sua vita personale e professionale. Sono molto belle le descrizioni dei suoi viaggi , della sua terra d'origine dove lei ritorna e si riscopre sempre innamorata di quei luoghi. Patrizia ci ha regalato un prezioso ricordo, una foto bellissima: la foto della sua vita e della sua esperienza. Il ricordo personale e artistico vissuto negli anni di Mokum.


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    Waardeert het boek met een 9 uit 10


    12-01-2018
    Leggera a passo di danza
    Leggendo pareva come se la scrittrice fosse presente a tenermi compagnia e a raccontarmi episodi della sua vita. La parte che mi ha affascinato maggiormente è stata quella in cui racconta il suo arrivo ad Amsterdam e la vita sulla barca, il tutto contornato da personaggi e luoghi che sembrano ruotarle intorno in un vortice senza sosta. Bella la descrizione dei caffè, dei posti di ritrovo della Amsterdam degli anni ‘80 e dei personaggi che li animavano e che li rendevano vivi, palpabili, anche per chi, come me, non li ha conosciuti in prima persona. E che dire poi delle feste e delle occasioni di incontro con personaggi legati al mondo della cultura e del teatro? La danza e l'arte permeano l'intera narrazione non solo in senso fisico, ma anche metaforico: pagina dopo pagina, Patrizia Filia si muove a passo di danza, leggera fra un episodio e l'altro, senza limiti di tempo e di luogo, fino a intrecciare la storia della sua vita. (Alda)


    Geplaatst door uit Italia
    Waardeert het boek met een 8 uit 10


    11-01-2018
    Voce vera, sincera e autentica
    Se è vero che l’autobiografia è legata alla verita, il memoir è invece legato all’autenticita e Patrizia Filia, attraverso il suo Negli anni di Mokum, funge proprio da voce vera, sincera e autentica nel panorama artistico europeo. Negli anni di Mokum di Patrizia Filia è, infatti, un’opera molto personale e piena di personalita, capace di creare interesse e di coinvolgere il lettore, soprattutto se appassionato o se vicino all’ambiente artistico rappresentato ovvero la danza, il teatro e la musica ma, allo stesso tempo, si dimostra anche una buona e valida testimonianza per tutti gli expat in Europa e piu precisamente in Olanda, soprattutto per via dell’ironia e dello sguardo lucido di cui sono intrise le pagine. In Negli anni di Mokum, l’autrice ripercorre e imprime sulla carta i propri ricordi reali, i numerosi successi professionali, le innumerevoli amicizie strette – che spesso diventano anche dei veri e propri sodalizi artistici, che finiscono per aggiungere valore alla sua vita e alla sua carriera artistica – e li mescola alle sue personali emozioni e considerazioni, senza pero disdegnare di tracciare una sorta di profilo sul contesto storico, politico e sociale dell’epoca o del passato – non a caso, il nazismo e la deportazione degli ebrei ritornano di sovente nei suoi scritti e fanno quasi da spettro all’intera narrazione – divenendo cosi una vera e propria testimonianza storica e di valore poiché vissuta e raccontata in prima persona. Negli anni di Mokum di Patrizia Filia non è un’opera che non pretende di veicolare particolari messaggi o significati poiché si limita a raccontare e a raccogliere la propria testimonianza di vita ma sicuramente è un libro che è intriso di liberta – alcune ambientazioni e situazioni mi hanno ricordato una sorta di Beat Generation in chiave europea – e che invoglia ad inseguire la propria strada e i propri sogni. Da sottolineare, infine, l’importanza del melting pot culturale ed artistico che si crea attorno all’autrice e che sicuramente influisce, notevolmente e positivamente, sui suoi lavori artistici; il fermento artistico dell’epoca; i numerosi viaggi compiuti sia per lavoro ma anche per svago che alimentano la sua curiosita e la sua sete di conoscenza; la presenza di numerosi libri e letture citate che allargano la visuale e che spesso vengono citati anche nell’opera; gli incontri fatti con svariati artisti ma soprattutto il coraggio dimostrato mediante un trasferimento tanto lontano da casa e dai propri affetti e la voglia di sperimentare e di mettersi continuamente in gioco. www.librofilia.it


    Geplaatst door uit Calabria (Italia)
    Waardeert het boek met een 8 uit 10


    27-06-2017
    Limpido e accattivante
    Negli anni di Mokum è un libro affascinante ed interessante, scritto in maniera limpida ed accattivante. Leggendo il libro si ha l’impressione di intraprendere un viaggio accanto all’autrice che ci porta a scoprire la vita culturale di Amsterdam (e dintorni) negli anni Ottanta. Si viaggia attraverso un caleidoscopio di personaggi, situazioni, sentimenti e riflessioni, rappresentazioni teatrali e di danza, passeggiate e chiacchierate, ma anche colori, profumi, sapori. Tutto concorre a trarre in vita le memorie dell’autrice, ma anche le memorie storiche e quelle di una citta che in quegli anni attraversa un periodo di vitalita culturale unico. I capitoli, numerati ma senza titolo, segnano le pause allo snodarsi di un racconto che, pero, si legge tutto di un fiato e non si vorrebbe mai veder finire. Samantha


    Geplaatst door uit Dordrecht
    Waardeert het boek met een 8.5 uit 10

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Fragment

Venerdì 31 luglio 1981. Ore 21:05.
Il Rheingold Trans Europe Express 6/7 ha appena lasciato la stazione. La sua sagoma rosso-crema accelera con destinazione Mokum via Svizzera e Germania. L’arrivo è previsto per il giorno dopo, di mattino presto. Sarà un lungo viaggio per monti, laghi, fiumi, castelli, paesi, città. Romantico. Non ci sarà da vedere molto, una volta calata la notte.
Nel vagone ristorante la cena è squisita e il vino di buona annata. Due camerieri si spostano come funamboli, i vassoi di portata in equilibrio sulle mani, i tovaglioli candidi sugli avambracci. Servendo il vino ruotano inavvertitamente la bottiglia in modo tale che nemmeno una goccia cada sulla tovaglia e, per non lasciare nulla al caso, tergono con un tovagliolo l’imboccatura della bottiglia con gesto svelto e accurato, e poi chinano il capo e dicono in tedesco: “Prego.” Se il treno rallenta, quasi si ferma, si odono schricchiolare le loro scarpe tirate a lucido.
L’uomo, seduto dall’altra parte del tavolino, mangia lentamente, in modo educato. I gomiti non poggiano sul tavolo ma sono sciolti dal resto del corpo; non mette in bocca bocconi grossi, mastica con la bocca chiusa, parla con la bocca vuota; non indica con le posate, meno che mai col coltello; non produce rumori quali rutti, biascicamenti o lappate. Ogni tanto si ferma e sorseggia, gusta e ingoia in silenzio. Si è terso le labbra prima di sorseggiare? Quella sera probabilmente lo ha fatto ma dopo, a Mokum, non più.
È vestito di blu indaco: pantaloni e giacca. Abiti da lavoro manuale. Sotto la giacca una camicia bianca senza colletto. Giorni prima si è fatto accorciare i lunghi capelli grigi da un barbiere a Torino, come pure la lunga barba. A ben guardarlo si nota una certa somiglianza con un vecchio in un dipinto di Vincent van Gogh; o meglio: col tempo finirà per assomigliargli molto. Un anello d’argento gli cinge il mignolo sinistro, è un cucchiaino arrotondato realizzato da un amico artista e vetrinista di Torino.

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